Nel caso in cui una persona muoia in un incidente stradale, i suoi familiari hanno il diritto di chiedere un risarcimento. Già, ma di quali familiari si parla? Proviamo a fare chiarezza in merito partendo dal concetto di danno da perdita parentale, che dal punto di vista normativo trova riferimento nell’articolo 2059 del Codice Civile.
Il risarcimento di questo tipo di danno trova la propria ragion d’essere nella famiglia, che viene non solo riconosciuta, ma anche difesa, come una realtà sociale al cui interno gli esseri umani hanno la possibilità di svilupparsi, di evolvere e di crescere dal punto di vista spirituale oltre che in ambito sentimentale.
Per questa ragione, la scomparsa di un familiare rappresenta una lacerazione a livello di affetti, che coinvolge anche la stabilità della famiglia e della sua identità. Non solo: a essere colpita è anche l’identità sociale in cui il familiare del soggetto defunto ha costruito la propria vita di tutti i giorni e il proprio essere; una identità che, dopo il lutto, deve essere rielaborata nel trauma e nel dolore.
Certo, è importante chiedersi quali sono i parenti che possono avere diritto al risarcimento soprattutto dopo che, nel corso degli ultimi anni, le realtà familiari si sono evolute e ampliate sempre di più. Insomma, la definizione di famiglia è molto meno univoca e restrittiva rispetto a una volta, e con i cambiamenti che interessano la società moderna si allargherà sempre di più. La giurisprudenza non può far altro che adeguarsi di conseguenza: il che, nel caso che stiamo trattando, vuol dire estendere la platea di coloro che hanno diritto a ottenere un risarcimento del danno parentale dopo la morte di un familiare in un sinistro stradale Torino.
Entrando più nel dettaglio della questione, possiamo scoprire che il riconoscimento del risarcimento spetta al coniuge e al convivente more uxorio, oltre che al partner unito civilmente. Inoltre, ne hanno diritto i discendenti e gli ascendenti in linea diretta, inclusi quelli di secondo grado, ma a una condizione, e cioè che si accerti l’esistenza di un rapporto affettivo molto intenso.
Inoltre, il ristoro spetta anche ai fratelli e al partner non convivente, sempre a patto che fosse in corso un legame di tipo affettivo solido e longevo, come avviene – per esempio – nel caso di una coppia di fidanzati.
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Dopo aver scoperto quali parenti possono richiedere un risarcimento danno da perdita parentale, vediamo qual è l’importo del ristoro che può essere attribuito. Per saperlo è necessario fare riferimento alle tabelle di liquidazione del danno non patrimoniale fornite dal Tribunale di Milano, per le quali la liquidazione del danno parentale si basa su un range di valori specifico per ciascun tipo di rapporto di parentela che può essere risarcito.
In particolare, la forbice di valori per il risarcimento previsto va da un minimo di 165.960 euro a un massimo di 331.920 euro nel caso di un figlio che ha patito la morte del genitore, di un genitore che ha patito la morte del figlio o di un coniuge che ha patito la morte del partner (si parla di coniuge ma in realtà sono compresi in questa casistica anche i conviventi more uxorio e i partner uniti civilmente). È più basso, invece, il risarcimento che può essere attribuito a un nonno che perde un nipote in un incidente stradale: in questa circostanza si va da un minimo di 24.020 euro a un massimo di 144.130 euro. Lo stesso discorso vale se il defunto è un fratello.
Come si può notare, tra il risarcimento minimo e il risarcimento massimo c’è un gap abbastanza ampio, che necessita di una spiegazione. Essa non può che fare riferimento da un lato al livello di intensità della relazione di parentela e dall’altro lato alla durata del legame affettivo dal punto di vista temporale.
Tocca al giudice effettuare una valutazione equitativa in seguito alla quale si stabilisce la liquidazione del danno. Affinché il risarcimento possa essere più elevato, ci sarà bisogno di dimostrare il grado di intensità del legame familiare con il parente defunto, ma anche la vivacità della convivenza e le abitudini di vita comuni. Tutto, insomma, può concorrere a far capire che tipo di vuoto sia sorto nella vita del familiare sopravvissuto dopo la morte nel sinistro stradale del familiare, un lutto che ha causato smarrimento e dolore.
Appare del tutto evidente come in questi casi risulti fondamentale affidarsi ad un avvocato specializzato in risarcimento danni da sinistri stradali, che sia in grado di massimizzare il risarcimento.
Un esempio forse banale ma concreto può aiutare ad avere le idee più chiare in merito. La morte di un genitore, per un figlio che non ha ancora raggiunto la maggiore età, presuppone senza dubbio un risarcimento più elevato rispetto a quello che può essere previsto per la morte di un genitore di più di 80 anni per un figlio adulto, ormai sposato e che vive altrove. Al di là del danno non patrimoniale, poi, è indispensabile tenere conto dei danni di natura patrimoniale che vengono patiti dal coniuge e dai figli conviventi: danni che, nella maggior parte dei casi, sono molto più consistenti in confronto al danno non patrimoniale.
Infatti, dalla scomparsa della vittima può scaturire anche il venir meno delle entrate economiche che erano correlate al suo lavoro, e che magari erano le sole che garantivano il sostegno economico di tutto il nucleo familiare. Anche le perdite economiche, comunque, devono essere dimostrate in maniera dettagliata e provate nel modo più attendibile e veritiero possibile.
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