Occorre sempre moderare i toni durante una discussione, e più in generale nella vita corrente, dato che basta davvero valicare di poco i limiti della critica per vedersi recapitare una richiesta di risarcimento dei danni morali per diffamazione.
Questo reato, che si pensa possa punire solo comportamenti estremi, è in realtà molto facile da commettere stante la sua natura soggettiva la facilità con la quale oggi è possibile estendere il proprio pensiero verso una platea pressoché indefinita di individui.
La diffamazione è un reato, è come tale inserito all’interno del Codice Penale nell’art. 595, nella categoria dei reati contro l’onore. È già intuibile dalla sua collocazione quale sia il bene che lo Stato voglia tutelare, ovvero la reputazione del soggetto passivo.
La condotta consiste nell’offendere l’altrui reputazione comunicando con più persone. Trattandosi di un delitto, prevede una pena detentiva principale che può arrivare oltre i tre anni per i casi più gravi.
Per l’accertamento del reato di diffamazione e per ottenere un risarcimento danni e quindi la quantificazione materiale di quanto la condotta posta in essere da terzi possa aver arrecato un danno di carattere non patrimoniale, occorre agire tramite una denuncia querela da presentare presso un Ufficio di Polizia, ovvero per mezzo di un legale, che provvederà al suo deposito presso la Procura della Repubblica competente.
L’intervento di un professionista è sempre auspicabile, dato che per ottenere la massima personalizzazione ed il ristoro dell’oltraggio subito, occorre una competenza che sfugge generalmente all’uomo medio. Oltre al questo, va rammentato che la difesa tecnica, in un qualsiasi procedimento innanzi all’Autorità Giudiziaria, è obbligatoria.
Il risarcimento dei danni morali rientra tra quelli di genere non patrimoniale, previsti dall’art. 2059 del codice civile, la cui liquidazione avviene in modo equitativo, ovvero sarà compito di un Giudice terzo stabilirne il peso in termini economici.
Uno degli ambienti dove questo reato si concretizza più frequentemente è il web. Sebbene si tratti solo di un esempio, è facile che un post contro una persona, magari pubblicato attraverso un social network, possa riunire in sé tutti gli elementi costitutivi che sono propri di questo genere di condotta penalmente rilevante. La rete, per la sua capacità di infiltrare il tessuto sociale in modo capillare, viene trattata alla stregua di un giornale e pertanto si parlerà di diffamazione a mezzo stampa, con conseguente risarcimento dei danni arrecati.
Anche il datore di lavoro può incorrere in questa violazione, per esempio contestando in forma scritta una determinata condotta al lavoratore, ma lasciandosi andare ad espressioni particolarmente colorite che possano offenderne l’onore e la rispettabilità. Su questa ipotesi si possono rintracciare svariate Sentenze delle Corti di merito, e non è affatto infrequente il caso dove il condannato debba provvedere ad un esborso in denaro per sanare la sua condotta.
Il Tribunale di Cuneo in data 8 novembre 2018, pronunciandosi in merito ad un caso di atti persecutori, ha condannato una donna alla pena di due anni e mezzo di reclusione, ma ha comminato anche alla medesima un risarcimento dei danni morali pari a 30 mila euro per il reato di diffamazione a mezzo stampa.
Il 10 novembre 2018 il Tribunale di Teramo è intervento nei confronti di un datore di lavoro che aveva scritto frasi ingiuriose sotto casa di una ex dipendente. La parte soccombente è stata sanzionata e costretta a pagare una somma cospicua di denaro.
Ancora, il Tribunale di Cassino, il 2 Novembre 2018, ha condannato una donna che aveva scritto delle frasi ingiuriose sul web nei confronti di un dentista, del quale non era rimasta soddisfatta della prestazione professionale.
La Corte di Cassazione, V Sezione Penale, con Sentenza 17217 del 2016 ha chiarito che l’utilizzo di espressioni gravemente infamanti o umilianti sono sufficienti a superare il limite della continenza e ad integrare quindi il reato di diffamazione.
“Mi sono rivolto allo Studio Legale Bombaci & Partners a seguito di un incidente stradale in cui sono rimasto coinvolto. L'assicurazione non voleva risarcirmi, sostenendo che la responsabilità dell’incidente fosse mia. Gli avvocati hanno preso in mano la situazione e sono riusciti a ribaltare la valutazione, facendomi ottenere un risarcimento. Non posso che consigliarli, perchè senza il loro intervento non avrei ottenuto nulla!”
“Mi sono affidata a loro dopo che mia zia è deceduta a seguito di una caduta in una casa di riposo. Inizialmente ero un pò scettica a dare l’incarico, ma mi sono ricreduta dopo il primo incontro con l’avvocato Bombaci che si è dimostrato sensibile e competente. Nonostante la casa di cura non fosse coperta da assicurazione, l’avvocato Bombaci è riuscito a farmi ottenere un risarcimento per la perdita della mia cara zia, oltre alla copertura di tutte le spese funerarie”.
“Ho avuto gravi danni a causa di uno pseudo dentista che, invece di curarmi, mi ha rovinato la bocca! Inizialmente non volevano risarcirmi, così, dopo aver letto su internet le recensioni positive sull’avvocato Bombaci, ho deciso di rivolgermi a lui per provare ad ottenere un risarcimento. Devo dire che la sua assistenza è stata determinante! In tempi rapidi mi ha fatto ottenere un buon risarcimento ed anche il pagamento delle ulteriori spese che dovrò sostenere per altri interventi necessari a riparare il danno.”
“Durante un’uscita in bici con gli amici sono caduto a causa di una grossa buca sul manto stradale, non segnalata. Nell’incidente ho riportato un trauma cranico e notevoli ferite ed anche la bici si è danneggiata. Conoscevo l’avvocato Bombaci perché condividiamo la stessa passione per la mountain bike, perciò mi sono rivolto a lui per ricevere assistenza legale. In pochissimo tempo mi ha fatto ottenere il risarcimento sia dei danni fisici, che dei danni alla mia Merida.”
Studio legale risarcimento danni. Bombaci&Partners.
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